Un recente studio della FAO ha calcolato che con le attuali tecnologie produttive si potrebbero sfamare adeguatamente circa 12 miliardi di persone (quasi il doppio dell’attuale popolazione mondiale). Quindi come mai non si sta producendo il cibo necessario alle migliaia di persone che muoiono di fame ogni giorno mentre si gettano via tonnellate di cibo ogni anno per non far calare troppo i prezzi di quei beni sui mercati? Semplicemente perché per i (pochi) proprietari dei necessari mezzi di produzione (capitali) non è proficuo farlo. Più o meno la stessa cosa avviene per tutti gli altri beni e servizi più o meno essenziali.
Il capitalismo purtroppo ha questi spiacevoli effetti collaterali (e non sono gli unici):
1) Impedisce la produzione con lo scopo primario di soddisfare i bisogni umani (niente profitto = niente produzione = niente soddisfazione dei bisogni);
2) notevole spreco di risorse dovuto alla necessità di ottenere profitti per i possessori del capitale (capitalisti/imprenditori): obsolescenza pianificata, distruzione di cibo per il motivo sopra indicato, eccessiva ridondanza dei beni, produzione di robaccia inutile e stupida (vedi per es. la lattina che balla con la musica), armamenti, eserciti, attività legate al commercio, alla contabilità monetaria/finanziaria, alla carità, ecc.;
3) distribuzione profondamente iniqua della ricchezza prodotta dalla società (lavoratori): indicativamente il 5% della popolazione mondiale possiede il 95% di tutta la ricchezza mondiale, e il divario tra questa classe sociale (parassitaria e privilegiata) e quella che comprende il resto della popolazione (lavoratori in primis) è in continuo aumento anche nei periodi di crisi economica.
Il capitalismo purtroppo ha questi spiacevoli effetti collaterali (e non sono gli unici):
1) Impedisce la produzione con lo scopo primario di soddisfare i bisogni umani (niente profitto = niente produzione = niente soddisfazione dei bisogni);
2) notevole spreco di risorse dovuto alla necessità di ottenere profitti per i possessori del capitale (capitalisti/imprenditori): obsolescenza pianificata, distruzione di cibo per il motivo sopra indicato, eccessiva ridondanza dei beni, produzione di robaccia inutile e stupida (vedi per es. la lattina che balla con la musica), armamenti, eserciti, attività legate al commercio, alla contabilità monetaria/finanziaria, alla carità, ecc.;
3) distribuzione profondamente iniqua della ricchezza prodotta dalla società (lavoratori): indicativamente il 5% della popolazione mondiale possiede il 95% di tutta la ricchezza mondiale, e il divario tra questa classe sociale (parassitaria e privilegiata) e quella che comprende il resto della popolazione (lavoratori in primis) è in continuo aumento anche nei periodi di crisi economica.
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