Sarebbe il modo più razionale e sostenibile di vivere al giorno d'oggi a livello globale con le moderne tecnologie produttive e informative. Ma non ci sarebbe bisogno dello Stato, che è essenzialmente un apparato coercitivo, repressivo e burocratico che permette a una piccola minoranza privilegiata (classe capitalista) di possedere le risorse produttive e informative con le quali opprime, manipola e sfrutta la vasta maggioranza (classe lavoratrice) devastando il nostro bel pianeta mettendo il suo profitto sempre al primo posto. Le decisioni più importanti, anche quelle riguardanti la produzione, sarebbero prese democraticamente da tutti e quelle di ordinaria amministrazione da delegati eletti democraticamente e destituibili in qualsiasi momento, a livello locale, regionale e mondiale. Le risorse produttive e informative ovviamente apparterrebbero a tutti. Un tale modo di vivere non andrebbe contro la natura umana, come molti superficialmente ed erroneamente sostengono, perché secondo recenti studi scientifici sulla natura umana l'essere umano è un animale sociale predisposto alla cooperazione e altamente adattabile all'ambiente circostante. Se oggi alcuni individui sono avidi e prevaricatori o in generale si comportano in modo antisociale, è perché nasciamo e cresciamo in una società (capitalismo) spietatamente competitiva ed estremamente alienante e iniqua.
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